Guida all’isola dei falchi

Calavinagra

Sulla strada provinciale 104 per Capo Sandalo, oltre la metà del percorso sulla destra la pietra rosa indica la deviazione per Calavinagra. Bisogna procedere ancora una decina di minuti sulla sterrata e poi altrettanti a piedi, attraversando un cancello, per raggiungere uno dei luoghi più suggestivi e incontaminati dell’isola dei falchi. Non a caso negli anni Settanta-Ottanta qui vi era un agricampeggio alternativo e la casa a metà collina era occupata da una comunità di Sannyasin (devoti di Osho). La cala, situata sulla costa settentrionale dell’isola, si presenta come un fiordo dalle acque smeraldine con un fondale misto di ghiaia, rocce e poca sabbia, protetto dall’isolotto di Cala Vinagra, che ne fa un luogo di ormeggio privilegiato per barche e gommoni. Il mare ha un bellissimo colore verde cristallino, ideale per praticare snorkeling. I fondali sono stati bonificati dai residui della tonnara che veniva calata al largo fino a pochi anni fa: sono state recuperate 8 tonnellate di reti, un chilometro di catene e 10 ancore da 300 kg l’una. A Calavinagra si calavano tonnare già nel 1472 a dimostrazione che l’isola era già abitata da abili pescatori nel Medioevo. Un sentiero in parte tracciato porta dal luogo in cui si lascia la macchina allo stagno di Calavinagra, circondato da canneti, attraversato il quale si giunge a un punto molto panoramico dall’alto della scogliera. Anche qui, come su tutta la costa settentrionale dell’isola, in estate si può ammirare il raro falco della regina che a ottobre fa ritorno in Madagascar . 

                                                                                                           Angela Vacca