“No speculazione energetica Carloforte”: nasce un nuovo comitato
Raccolte centinaia di firme per chiedere un’assemblea sugli impianti offshore previsti attorno all’isola
No speculazione energetica Carloforte è il nome del comitato cittadino appena nato “con lo scopo di vigilare affinché la transizione non comprometta l’habitat, in particolare fauna e flora dell’isola di San Pietro, Sito di interesse comunitario (SIC) e in gran parte Zona a protezione speciale (ZPS)”. In poco meno di una settimana ha raccolto 222 firme che sono state portate ieri in Municipio per esortare l’Amministrazione comunale a organizzare un incontro con la cittadinanza sui progetti di impianti eolici offshore nell’arcipelago del Sulcis.
La preoccupazione si è diffusa in seguito ai recenti articoli della stampa locale. Ad allarmare molti, il rischio che il passaggio dei tonni rossi venga dirottato dall’emissione di onde elettromagnetiche e onde eco prodotte dalle pale a mare, mettendo a repentaglio la sopravvivenza delle tonnare locali, l’economia, la cultura gastronomica e la stessa identità dell’isola. Ma è dal 2020 che si parla di speculazione energetica al largo delle nostre coste. Già il precedente sindaco, Tore Puggioni, aveva lanciato l’allarme su Facebook (anche se in questi casi i sindaci hanno solo funzione consultiva).
“Come primo atto il comitato, presieduto da Marco Manetto, chiede al sindaco di indire un Consiglio comunale – o un’assemblea aperta a tutti – per far luce sulle notizie apparse di recente sui mass media riguardo il complesso eolico offshore di 42 pale della Ichnusa Green Power e sulla posizione dell’amministrazione comunale rispetto a questo o altri progetti di “parchi” previsti davanti alle coste di Carloforte e Portoscuso” si legge nell’appello, che è stato diffuso il 27 aprile.
Il 1° maggio il sindaco Stefano Rombi, in un post su Facebook, ha scritto: “Ieri l’Unione Sarda ha dato conto di quanto i sindaci del territorio siano uniti e vigili rispetto alla vicenda dell’eolico. Come Amministrazione del Comune di Carloforte abbiamo ribadito la nostra posizione sul tema in numerosissime occasioni pubbliche e in tutte le osservazioni formali richieste dal Ministero. Gli effetti del cambiamento climatico saranno e sono già devastanti per la vita umana sul pianeta. La transizione ecologica è necessaria. L’uso delle rinnovabili su ampia scala, è una – non l’unica – delle strade da percorrere per contenerne gli effetti. C’è però una questione sarda dell’energia che riguarda anche il nostro territorio. Noi riteniamo che come minimo occorra:
1. Individuare e regolamentare le aree offshore in cui è possibile posizionare gli impianti, uscendo dunque dall’attuale corsa all’accaparramento degli specchi acquei. No alla deregolamentazione.
2. Valutare e quindi tenere conto di potenziali effetti negativi degli impianti sulla migrazione dei tonni;
3. Ridurre/eliminare gli impatti paesaggistici.
4. Aprire un tavolo negoziale su royalties per le comunità locali coinvolte, benché solo con un ruolo consultivo, nelle conferenze di servizi.
5. Più in generale, pensare ad una Società Sarda dell’Energia che governi il settore. No alla privatizzazione smodata. Questa è in sintesi la nostra posizione. La Regione ieri ha varato un disegno di legge che è qualcosa di più di una moratoria sui progetti proposti fino ad ora. Aspettiamo di capirne gli effetti. Ad ogni modo ci auguriamo che dalla RAS si riesca a correre ai ripari rispetto alle mancanze di questi anni in termini di pianificazione e non solo, facendo valere il più possibile le prerogative costituzionali e statutarie. Al Governo nazionale si richiede ragionevolezza. Sull’energia servono dibattiti, azioni e parole serie, misurate e ferme. Senza sensazionalismi. Vanno fatti valere i diritti della Sardegna e delle sue comunità. Va combattuta ogni nuova forma possibile di servitù”.
Infine ha precisato: “I progetti relativi agli impianti eolici offshore flottanti, che interessano la parte sud occidentale della Regione Sardegna sono 8. Nessuno di questi ha ottenuto l’autorizzazione. Tutti sono nel bel mezzo della Valutazione di Impatto Ambientale (procedura complessissima, a nostra tutela, introdotta in Italia nel 2006 in seguito ad una direttiva dell’Unione Europea risalente al 1992).
Alcuni sono incardinati nella procedura semplificata approvata nel 2021 al fine di raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima. Altri invece sono incardinati nella procedura tradizionale. I progetti sono i seguenti:
1. Regolo Rinnovabili srl – 504 MW. Stato attuazione: procedura avviata il 23/12/2022. Definizione dei contenuti dello Studio d’Impatto Ambientale (cosiddetto Scoping).
2. Wind Alfa srl – 945 MW con sistema di accumulo di 360 MWh. Stato di attuazione: procedura avviata il 22/09/2023. Definizione dei contenuti dello Studio d’Impatto Ambientale (cosiddetto Scoping) (PNIEC-PNRR)
3. Ninfea Rinnovabili srl – 510 MW. Stato di attuazione: procedura avviata il 19/01/2023. Definizione dei contenuti dello Studio d’Impatto Ambientale (cosiddetto Scoping) (PNIEC-PNRR).
4. Thalassa Wind – 525 MW. Stato di attuazione: procedura avviata il 05/04/2022. Definizione dei contenuti dello Studio d’Impatto Ambientale (cosiddetto Scoping) (PNIEC-PNRR).
5. Inergia – 990 MW. Stato di attuazione: procedura avviata il 10/05/2023. Definizione dei contenuti dello Studio d’Impatto Ambientale (cosiddetto Scoping) (PNIEC-PNRR). Fase non conclusa.
6. Seawind Italia S.r.l. (Del Toro 1) – 292,8 MW. Stato di attuazione: procedura avviata il 16/05/2022. Definizione dei contenuti dello Studio d’Impatto Ambientale (cosiddetto Scoping) (PNIEC-PNRR).
7. Seawind Italia S.r.l. (Del Toro 2) – 292,8 MW. Stato di attuazione: procedura avviata il 18/07/2022. Definizione dei contenuti dello Studio d’Impatto Ambientale (cosiddetto Scoping) (PNIEC-PNRR).
8. Ichnusa Wind Power S.r.l. – 504 MW. Stato di attuazione: procedura avviata il 18/06/2020. Definizione dei contenuti dello Studio d’Impatto Ambientale (cosiddetto Scoping). Concluso. Il 7/04/2023 è stata avviata la procedura per l’ottenimento del Provvedimento Unico in materia Ambientale (incardinato nella procedura semplificata PNIEC-PNRR). Allo stato il Ministero ha chiesto integrazioni alla compagine societaria (che comprende ENI plenitude e Cassa Depositi e Prestiti)”.
Osserva Marco Manetto, presidente del comitato No speculazione energetica Carloforte “Il numero di firme raccolte in pochi giorni e la partecipazione riscontrata in occasione della riunione della scorsa estate mostrano una sincera preoccupazione della popolazione, che non può essere liquidata con un post sui social. Ci auguriamo che la nascita del comitato possa condurre l’amministrazione comunale a convocare un incontro con la cittadinanza”. Intanto la raccolta di firme continua, così come il bisogno di informazioni, soprattutto da parte dei giovani, che non leggono i giornali o i “vecchi” social, ma rappresentano il futuro dell’isola, e di un confronto democratico su un tema tanto complesso.
Susanna Lavazza