Il 15 novembre si festeggia la Madonna dello schiavo, ma la chiesetta ha bisogno di cure

Il 15 novembre si festeggia la Madonna dello schiavo, ma la chiesetta ha bisogno di cure

Intervista a Don Andrea Zucca sulle possibili soluzioni

La Madonna dello Schiavo nella sua chiesetta di via XX Settembre non c’è più. E’ stata trasferita nella chiesa di San Carlo per questi dieci giorni di celebrazioni, che terminano martedì 15 novembre con una delle feste religiose più sentite sull’isola: quella della Madonna dello Schiavo. Quest’anno sono previste una messa solenne (h 11.30, presieduta da Monsignor Carboni) e una seconda messa (h 18.30) alla quale seguirà la bellissima processione tra le vie del centro. Un evento apprezzato anche da devoti che vengono dall’isola madre.

La preziosa chiesetta (vedere articolo della guida all’isola dei falchi) ha però bisogno di cure.

In questi ultimi anni le pareti celesti dell’oratorio, messe in risalto dagli stucchi bianchi, hanno cominciato a sgretolarsi. Come mai non si è ancora provveduto a restaurarla? “Stiamo cercando di partecipare a un bando regionale” dice Don Andrea Zucca, parroco di San Carlo “Abbiamo interpellato degli ingegneri per verificare il tipo di danno e quali potrebbero essere gli interventi necessari. Purtroppo il preventivo di spesa è circa 200.000 euro. Il problema è che la chiesa è costruita su una zona molto umida. Il lavoro più importante è isolarla. Non basta restaurare le pareti. Le pratiche sono già state avviate, stiamo aspettando che esca il bando regionale giusto, in sintonia con l’amministrazione comunale: anche se si tratta di un edificio di culto, la domanda per il bando regionale deve essere fatta dal Comune. In caso di mancato accesso, troveremo comunque un altro modo per finanziare i lavori. 

 Nel 2024 festeggeremo il giubileo della festa della Madonna dello Schiavo, della composizione dell’inno e della stesura della preghiera. Vorrei che entro due anni la chiesetta fosse del tutto restaurata” 

Nel frattempo i carlofortini attendono fiduciosi di veder tornare l’oratorio al suo antico splendore. 

Don Andrea Zucca e l’interno della chiesetta

“Per adesso dobbiamo aspettare” prosegue il giovane don Andrea “Con mio grande dispiacere. Fa tristezza a me, che sono qui a Carloforte da soli due anni, posso immaginare che per la comunità, molto devota alla Madonnina, la sofferenza sia maggiore. E’ una chiesa abbastanza antica, si dovrà, perciò, presentare il progetto anche alla Sovrintendenza e alle Belle Arti e attendere la loro approvazione. Il fatto che gli ingegneri lavorino in accordo con la Sovrintendenza è una garanzia”.

In concomitanza con questa festività si tiene una mostra sul ritrovamento del simulacro (forse una polena) e sul periodo di schiavitù dei carlofortini in Tunisia (1798-1803). L’esposizione prosegue presso il museo liturgico, nei locali della sacrestia della parrocchia di San Carlo, almeno fino al 15 novembre. Poi sarà trasferita a Cagliari, dal 17 novembre. In tale giornata si celebra, come ogni anno, la messa dedicata alla Madonna dello Schiavo nella Basilica Nostra Signora di Bonaria, frequentata dai numerosi devoti carolini. Non solo.

L’associazione Pro Loco di Carloforte organizza per l’occasione un viaggio a Pegli, luogo di origine dei tabarchini (quest’anno dal 25 al 28 novembre). Domenica 27 novembre  è prevista una messa per tutti i carlofortini residenti in Liguria dedicata alla Madonna dello Schiavo nella nella chiesa dell’Immacolata, ove dal 1964 è custodita una copia del simulacro trovato in Tunisia.

Rosanna Maurandi

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