Sull’isola di San Pietro ci si può ancora salvare

Sull’isola di San Pietro ci si può ancora salvare

Si intravvedono schiarite sulla vicenda 118, interruzione del servizio e assenza di infermieri professionisti sulle ambulanze

“Lungo le strade che portano in India” recitava una vecchia canzone. Oggi l’India a Carloforte è sulla bocca di tutti. Ma non si tratta del subcontinente indiano, bensì dell’acronimo per “infermieri in trasferta sulle ambulanze”: un servizio concesso dalla Regione nel maggio 2021per le ambulanze della Croce Azzurra di Carloforte, anche in virtù dell’emergenza pandemica e dell’afflusso previsto per l’estate sull’isola. Poi il progetto – che prevede la turnazione di 10 infermieri specializzati nel soccorso – è  stato protratto fino al 31 ottobre 2022. Uno scherzetto di Halloween? Sembrava di sì. Anche se ampiamente previsto: lo stesso servizio è stato interrotto in altre località sarde.

Solo che Carloforte è il Comune di un’isola all’estremo Sud Ovest della Sardegna. Qualcuno se lo deve essere dimenticato a Cagliari. Così come l’Areus, che si occupa in Regione di questa materia, deve aver scordato che i carlofortini sono 6000, ma le presenze sullo scoglio arrivano a 10 mila nei week end e a 30 mila in estate.

Quindi interrompere il servizio dei 10 infermieri (che venivano da Portovesme o Calasetta nel giorno libero, e arrivavano anche da Oristano) vuol dire non garantire più il 118 tutti i giorni o a tutte le ore. In un’isoletta come quella di San Pietro, ad alta vocazione turistica, dove già non è previsto l’elisoccorso notturno, dove l’unico pronto soccorso raggiungibile (dopo 40 minuti di traghetto e 15 di auto) è quello di Carbonia e dove i medici di base a Carloforte sono sovraccarichi perché non esiste nemmeno più la pediatra, devono assistere anche i pazienti di Calasetta, paesino di 2000 anime sull’isola di San’Antioco dove non ci sono abbastanza medici. “Quali altri disastri della politica sanitaria regionale e nazionale dobbiamo sopportare?” verrebbe da chiedersi.

Ma evidentemente la festa di Ognissanti ha portato consiglio.

A Carloforte per fortuna esiste un’associazione di volontari, la Croce Azzurra, che da aprile è presieduta da una donna di grande spessore ed esperienza, Adriana Algisi. Da mesi fa appelli affinché qualcuno della popolazione sopperisca alla mancanza dei livelli minimi di assistenza da parte della Regione e si arruoli per diventare soccorritore del 118. Il problema è che i volontari devono avere tra i 19 e i 67 anni (ma la visita per idoneità si deve fare a 65), devono essere sanissimi, seguire un corso di 6 mesi ed essere disposti a stare fuori casa dalle 8 alle 12 ore di seguito quando le ambulanze vengono inviate a Carbonia.

Gli appelli per ora sono caduti nel vuoto. E’ anche vero che delle 5 ambulanze solo 3 sono di servizio per il 118, le altre fanno – gratuitamente – servizio taxi per dimissioni, visite degli anziani ospiti della Casa dell’Amicizia, interventi in codice bianco ecc..

Quindi gli equipaggi in caso di emergenza (tre persone per ogni ambulanza) sono tre per ogni turno di otto ore. In totale  ora ci sono 15 soccorritori volontari per il 118. La mancanza del servizio India e degli infermieri professionisti a bordo si sente eccome.

“Ne servirebbero almeno sei nuovi per poter garantire il servizio così come svolto finora” dice Adriana Algisi “ma il problema è il ricambio generazionale: non ci sono giovani disposti a fare i volontari. Anche perché molti vanno via dall’isola dopo la maturità, lavorano o hanno famiglia. Purtroppo le leggi regionali non permettono a chi è sano e ultrasessantacinquenne di candidarsi”.

Intanto il Sindaco, la massima autorità sanitaria sull’isola, ha fatto appello alle autorità regionali affinché il servizio India non venga interrotto e ai cittadini perché si mettano a disposizione della comunità. “Il servizio India ha oggettivamente migliorato il servizio h24  della Croce Azzurra” ha scritto Stefano Rombi sul suo profilo Facebook “La sua chiusura in un’isola minore, già fortemente penalizzata, non possiamo accettarla. Conosciamo i costi, le ragioni che portarono alla sua istituzione, lo sforzo che si è fatto per il potenziamento estivo. Ma servono soluzioni strutturali e ci batteremo per questo. Nei prossimi giorni si terrà un’assemblea pubblica nella quale discuteremo di queste tematiche”.

Intanto qualcosa si muove a Cagliari, nel palazzone della Regione Sardegna. Già ieri – 1 novembre – il servizio India non è stato sospeso. Oggi funziona solo di giorno. Domani chissà…
(Nella foto di copertina alcuni volontari della Croce Azzurra di Carloforte)

Susanna Lavazza