Quando il cellulare rinchiude i nostri figli

Quando il cellulare rinchiude i nostri figli

Martedì 20 maggio conferenza all’Exme su come difenderli

Come affrontare la dipendenza dagli smartphone dei nostri figli? Appuntamento domani, martedì 20 maggio dalle 16 alle 18, all’Exme per tutti i genitori di ragazzini e adolescenti dai 10 ai 17 anni. Due ore per consigli preziosi e riflessioni con la psicoterapeuta Federica Ciceri. “L’uso consapevole si Internet e dei social network” è un’iniziativa del Comune di Carloforte in collaborazione con la cooperativa Isola verde il consorzio territoriale Network etico Italia e la cooperativa Piccola Parigi. 

Scrive il biologo e giornalista Giorgio Bianchi “L’unica vera emergenza è la dipendenza dei giovani (e non solo) dagli schermi.Steve Jobs, il fondatore di Apple, non permetteva alle figlie adolescenti di usare iPhone e iPad. Bill Gates, fondatore di Microsoft non ha dato ai figli il cellulare prima dei 14 anni. Anche Sundar Pichai, amministratore delegato di Alphabet e Google, ha vietato lo smartphone ai due figli fino ai 14 anni e ha limitato a poche ore al giorno la visione della tv.Stessa strategia per Chris Anderson, ex editore di Wired e amministratore delegato di 3D Robotics, che ha educato i figli imponendo limiti di tempo e controlli su ogni dispositivo elettronico presente in casa, oltre a bandire gli schermi dalla camera da letto fino a 16 anni. In una scala di dannosità che va dalle caramelle al crack, per Anderson gli schermi digitali sono più vicini al crack.

Stesso discorso per il campione di Tennis Novak Djokovic, che si è sempre rifiutato di acquistare uno smartphone ai figli.È opportuno sensibilizzare sempre di più le famiglie, su quello che forse è il principale pericolo per la salute dei nostri figli”.“Se l’autolesionismo è cresciuto soprattutto dopo la pandemia, il vero punto di svolta è stato il 2013”, commenta il professor Stefano Vicari, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma: “Nel 2013 al pronto soccorso psichiatrico del Bambin Gesù la media era di 250 consulenze annue. Da allora è iniziato un incremento che ha portato a mille consulenze annue nel 2019 e 1850 dopo il Covid. Di questi accessi, il 60% riguarda appunto l’autolesionismo. È interessante notare che nel 2013 ci fu il crollo dei prezzi degli smartphone. Le nuove dipendenze, quelle comportamentali, vedono il telefonino tra i fattori di rischio principali. Esso toglie spazio alle attività ricreative, aumenta la sedentarietà, attiva i circuiti della ricompensa, cui seguono comportamenti di craving – vale a dire desiderio insaziabile – e ricerca spasmodica nonché aggressività, quando lo smartphone viene tolto. Insomma chiari segni di vera dipendenza”.

A lanciare l’allarme in Sardegna è anche la Federazione italiana medici pediatri, tramite il dottor Al Jamal di Assemini. Secondo una recente indagine su 600 bambini e ragazzini fino a 14 anni ben quattro su dieci sono a rischio di diventare “drogati da cellulare” , hanno cioé un’esposizione non adeguata al loro sviluppo fisico, psichico e relazionale. Se non bastasse, uno studio a livello nazionale effettuato nelle scuole dal dottor Luca Pisano e dai pediatri di famiglia evidenzia che il 50% dei minorenni che usano lo smartphone hanno accesso a contenuti digitali non idonei. Oggi pare che solo il 12% dei genitori se ne renda conto. Gli insegnanti invece sono più reattivi e preoccupati.Il 12 maggio il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara ha formalizzato a Bruxelles la richiesta di vietare l’utilizzo del telefonino in classe in tutti i Paesi europei.

Tanti problemi di varia natura e gravità sono stati affrontati nei secoli dalle diverse generazioni , ma i pericoli nascosti dell’uso dei social e del cellulare forse sono quelli a cui spesso i genitori non pensano, o magari non danno la giusta importanza. Molti studiosi però (e anche molti insegnanti) hanno capito da un po’ di tempo i danni che l’uso continuo e incontrollato di questi mezzi può portare ai bambini e ai ragazzi, sia dal punto di vista fisico che intellettuale. Carenza di attenzione, depressione, insonnia e obesità, sono tra le conseguenze più comuni e più frequenti. 

Questi mezzi di comunicazione sono importantissimi, quasi essenziali se utilizzati nel modo corretto. Purtroppo ciò che stiamo assistendo da almeno una decina di anni è un lento, continuo degrado e una subdola e pericolosa dipendenza da questi strumenti. I paesi dell’Unione Europea stanno riflettendo sulla possibilità di vietare l’uso dei cellulari nelle scuole, fino all’età di 14 anni, perché sembra togliere la concentrazione ai ragazzi, oltreché la memoria e la fantasia; inoltre, secondo alcuni studi, sembrerebbe avere un impatto negativo anche sullo sviluppo cognitivo. Non si esclude quindi, proprio per questa ragione, la possibilità di estendere il divieto anche alle scuole superiori.

Inoltre, paradossalmente, con l’uso (e l’abuso) dei social, purtroppo, i ragazzi sono diventati sempre più chiusi in se stessi e sempre più “unsocial”. Quest’ultima problematica sembrerebbe un controsenso, se si pensa che il cellulare e Internet abbiano, come vero motivo di esistenza, quello di facilitare la comunicazione, oltreché di diffondere le notizie e allargare le conoscenze, indipendentemente dalle condizioni economiche, geografiche e culturali di chi ne fa uso. E’ sempre più difficile per loro fare amicizia nel mondo reale ed è sempre più difficile parlare e discutere faccia a faccia con un amico. Molto più semplice e comodo farlo con il cellulare, perché in tal modo nessuno può osservare le loro naturali reazioni o l’espressione dei loro volti, e perciò è più difficile scoprire i pensieri e sentimenti reali, le loro paure o magari le loro piccole (o grandi) bugie.

Per molti di certo è un fatto positivo, che infonde una certa sicurezza e tranquillità, tanto che essi si immergono sempre di più in questo mondo che di concreto ha ben poco, fino ad arrivare a non distinguere, in certe situazioni, ciò che virtuale e ciò che è reale. Spesso vivono così nel limbo di una vita parallela, finché queste due “realtà” si scontrano brutalmente e l’impatto è talmente forte da lasciarli allibiti e scioccati.

Questa mancanza di senso della realtà, unita alla carenza di controllo da parte dei genitori, diventa una combinazione letale per bambini e ragazzi. Infatti, la scarsa vigilanza e l’errata valutazione da parte dei genitori di questi ed altri pericoli del Web, sono un terreno fertile anche per quelle menti malate che, nascoste dietro un computer, in pochi click, riescono facilmente a rovinare o condizionare la vita presente e futura dei nostri figli.

Ascoltare gli esperti in materia è un un piccolo ma importante passo da fare in un percorso che è ormai necessario intraprendere per coloro che hanno un bambino o un adolescente. Potrebbe essere un strada molto lunga e forse anche una delle sfide più difficili per le nuove generazioni.

Rosanna Maurandi